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No a sperequazioni fiscali per gli esercenti
28-01-2013
FIPE: NO A SPEREQUAZIONI FISCALI PER GLI ESERCENTI

In vista delle prossime elezioni, FIPE, la Federazione dei pubblici esercizi aderente a CONFCOMMERCIO Imprese per l’Italia, ha presentato un manifesto di nove punti alla classe politica italiana. «Premesso che la categoria è consapevole dei vincoli che pesano sul bilancio pubblico, nel rispetto dei ruoli e costruttivamente, sono state elaborate alcune proposte per la Politica, maturate nello svolgimento dell’impegno sindacale, raccogliendo le istanze degli operatori, filtrando le priorità, mettendoci serietà, suggerendo azioni che ripristinerebbero condizioni migliori per le Imprese, favorendo, per esempio, una spinta propulsiva al sistema economico italiano, un riequilibrio fra settori economici in concorrenza e, soprattutto, un rilancio dei consumi».
 
Questo il commento di Lino Stoppani, presidente FIPE-CONFCOMMERCIO, nel presentare l’agenda politica della Federazione, che prevede, tra l’altro, l’abolizione dei privilegi fiscali sulle attività di somministrazione in circoli privati e sportivi, sagre e feste di partito, che si materializzano in veri e propri aiuti di Stato ed in una grave distorsione del principio di libera concorrenza. Sulla base dello stesso principio, Fipe propone l’applicazione dell’Iva agevolata a tutte le attività turistiche, oggi differenziate per tipologia di attività, e l’abolizione dell’imposta di soggiorno e di quella sugli intrattenimenti, dove la fiscalità indiretta sale addirittura al 37% del costo del biglietto.

Un altro punto all’ordine del giorno è quello sul contrasto all’alcolismo, dove la Fipe si allinea a quanto contenuto nel piano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevede il sistema di licenze per gli esercizi che somministrano l’alcol, volto ad evitare gli abusi, che possono portare a gravi conseguenze sulla salute, soprattutto tra i giovani. Il piano prevede anche di “Rafforzare le leggi e i regolamenti esistenti per ridurre la densità e gli orari di apertura e, dove esiste, mantenere il monopolio di Stato per la vendita”. E inoltre si fa riferimento a “Programmi di formazione del personale che serve l’alcol come prerequisito per ottenere e conservare una licenza”.
Nell’agenda si suggerisce anche di intervenire sull’art. 62 del decreto sulle Liberalizzazioni, che impone il pagamento a 30 giorni nella fornitura di merci fresche e a 60 per quelle non deperibili, una misura che sta mettendo in crisi un settore in forte difficoltà e per la quale Fipe ha già denunciato il Governo italiano e richiesto l’apertura di una procedura di infrazione presso la Corte Europea.

Le richieste di Fipe riguardano naturalmente anche aspetti relativi al mercato del lavoro, per i quali si richiede il ripristino di provvedimenti di flessibilità del rapporto di lavoro, eliminando gli interventi che hanno compromesso gli equilibri faticosamente raggiunti con la contrattazione di settore. Andrebbe inoltre ridotto il cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro e resa strutturale e potenziata la detassazione e decontribuzione previste per incentivare la produttività del lavoro.

Infine, Fipe si concentra sulla destagionalizzazione, per la quale si rendono necessari interventi normativi che stimolino il prolungamento dell’attività stagionale, prevedendo benefici (contributivi e/o fiscali) che rendano conveniente la gestione, semplificando gli obblighi amministrativi in materia di rapporti di lavoro, rivedendo l’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego) da tramutare in un intervento anche di reinserimento nel mondo produttivo, privilegiando le imprese che sono in grado di ricollocare i lavoratori disoccupati.
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