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“Donne motore della ripresa”
22-05-2014

“Donne motore della ripresa”

Dal Primo Forum Nazionale Terziario Donna (9 maggio, Palermo) Terziario Donna Genova promuove “II progetto di legge in materia di deducibilità delle retribuzioni dei collaboratori familiari” proponendo di istituire una giornata nazionale a sostegno.

 Si è tenuto il 9 maggio il primo forum nazionale Terziario Donna, Comitato delle donne imprenditrici della Confcommercio, dal titolo “Donne motore della ripresa”, centrato appunto sul ruolo dell’imprenditoria femminile nel processo di sviluppo e crescita dell’economia italiana e nel corso del quale sono stati presentati i risultati dell’osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditorialità femminile nel terziario realizzata in collaborazione con il Censis.

Ai lavori sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, la coordinatrice donne Pd, Roberta Agostini, il Presidente di Terziario Donna Confcommercio, Patrizia Di Dio, il Direttore del Censis, Giuseppe Roma, la Vice Presidente Associazione Giuriste Italiane Palermo, Concetta Giallombardo.

“Secondo i dati dell'Osservatorio Confcommercio-Censis presentati durante il forum” spiega Luisa Cecchi Famiglietti, Presidente Terziario Donna Ascom Genova e Consigliere Nazionale Terziario Donna presente al forum “negli ultimi cinque anni è cresciuta la percentuale femminile sul totale degli imprenditori, rappresentando 1/3 delle imprese italiane, mentre, a livello di rappresentanza nel sistema confcommercio arrivano al 50%. E' il terziario il settore preferito dalle donne per l'avvio di nuove attività: lo sceglie il 76% delle nuove imprenditrici”

“Altri dati interessanti dello studio riguardano l'aumento della quota di imprenditrici straniere (soprattutto nei settori come servizi alla persona, sanità e agenzie immobiliari)” aggiunge Ilaria Mussini, Consigliere Terziario Donna Ascom Genova, che ha partecipato ai lavori di Palermo “queste sono cresciute di oltre 20mila unità dal 2009, con le cinesi in testa a tutte (+45,5%), rappresentando nel 2013 ben il 17,4% delle donne di origine straniera alla guida di un’azienda, seguite da rumene (8,9%)”

 Le donne inoltre resistono alla crisi meglio degli uomini, dimostrando grande capacità innovativa: dal 2009 il numero complessivo di imprenditori, è passato da 4 milioni 514 mila a 4 milioni 308 mila del 2013, registrando un’emorragia di oltre 205 mila unità, pari al 4,6% e, a fronte  della diminuzione di 158 mila imprenditori (-5%), tra le donne le perdite sono state inferiori, sia in termini assoluti (-47 mila imprenditrici tra 2009 e 2013) che relativi (-3,5%). L’effetto combinato delle diverse dinamiche ha determinato una crescita seppur lieve del livello di femminilizzazione della nostra imprenditoria: l’incidenza delle imprenditrici sul totale degli imprenditori è infatti passata dal 29,8% del 2009 al 30,1% del 2013.

 “A fronte di ciò tuttavia” commenta Famiglietti “sia secondo Bankitalia che l’Osservatorio Confcommercio, le imprese femminile soffrono di un accesso al credito più difficoltoso rispetto a quelle a guida maschile: sono profondamente negative soprattutto le condizioni relative alle garanzie richieste dalle banche (16,0 contro 17,7)”

Le imprese femminili continuano a lamentare una condizione di maggiore difficoltà rispetto al resto delle imprese italiane del terziario (16,0 contro 19,5) tanto che è al lavoro un protocollo ABI e Ministero delle Pari Opportunità proprio allo scopo di monitorare l’andamento del credito alle imprese femminili.

“Un’ulteriore risorsa a disposizione di imprenditori ed imprenditrici nel rapporto con le banche è l’istituto dell’Arbitro Bancario Finanziario” aggiunge Mussini “abbiamo recentemente promosso come Terziario Donna Genova, insieme alla Consigliera di Parità della Regione Valeria Maione, un incontro in Bankitalia per illustrare questo un sistema semplice, (massimo 6 mesi per procedimento)  ed economico (solo 20 euro) per la risoluzione stragiudiziale delle controversie in ambito bancario e finanziario tra intermediari finanziari e clientela (sia imprese che consumatori)”

Tornando al tema del forum e ai risultati della ricerca presentata, l’imprenditrice “tipo” risulta essere più istruita del collega maschio e spesso è più competente nella gestione contabile, nonostante ciò il numero delle imprenditrici è di gran lunga minore rispetto alle colleghe europee (51% contro il 65%)

“Secondo la presidente del fondo monetario europeo Christine Lagarde” commenta Famiglietti “il sistema italiano è il vero ostacolo al lavoro femminile ed alla ripresa del paese: l’Ocse segnala infatti che se nel 2030 la partecipazione femminile al lavoro raggiungesse i livelli maschili, la forza lavoro italiana crescerebbe del 7% e il Pil pro capite di un punto percentuale l'anno (con una crescita totale del 17%) Ecco perché le donne sono indispensabili per aumentare la forza lavoro in un paese e in un’Europa a crescita zero, dove nel corso dei prossimi 15 anni si perderanno 20 milioni di lavoratori, anche calcolando il saldo della forza lavoro immigrata”

“Il sostegno dell'imprenditoria femminile” sostiene Mussini “passa anche attraverso un rifinanziamento della  legge 215 del 1992 per l'imprenditoria femminile incluse le start up, che prevede facilitazioni per le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile con un finanziamento concesso in parte a fondo perduto (senza obbligo di restituzione) e una parte a tasso agevolato”.


“Ma le donne spesso rinunciano ad avere un’occupazione (sia come imprenditrice che come dipendente) proprio per la grande mancanza di servizi e in quanto il carico del lavoro di cura e famigliare è sempre sulle loro spalle, ne consegue che il tempo dedicato alla cura non può essere destinato al lavoro” spiega Famiglietti “si rinuncia oppure se ne dedica meno e ciò si traduce in un’opportunità sprecata per la crescita dell’azienda e personale. In mancanza di servizi e strutture che possano sollevare ed alleggerire alle donne il peso e il tempo dedicato alla cura, con gran risparmio dello Stato, allora cade con grande coerenza la proposta di legge dell’avvocato Giallombardo, presentata al forum, che propone lo sgravio fiscale delle spese sostenute per l’aiuto domestico: questo consentirebbe alle tante donne (4 milioni) finora rinunciatarie di entrare nel mondo del lavoro o di tornarci. Oltre ad incrementare la partecipazione delle donne alla crescita e favorire la ripresa, questo sistema potrebbe far emergere redditi da lavoro nero e far confluire un gettito consistente nelle casse dell’Inps”

leggi i documenti completi del Forum :  http://www.confcommercio.it/-/aumenta-il-peso-delle-donne-nella-nostra-economia 
http://

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